L'integrità digitale consiste nel garantire che i dati digitali non siano stati alterati, corrotti o manipolati a partire da un dato momento.
Ciò significa che le informazioni rimangono intatte, cioè esattamente uguali al loro stato originale e qualsiasi modifica, anche minima, può essere rilevata.
L'integrità digitale si ottiene tramite funzioni hash ed esistono diversi software che implementano funzioni hash: sha256sum, b3sum, fsum, ecc. Indipendentemente da ciò che viene utilizzato, è essenziale registrare quale algoritmo è stato utilizzato nel processo, per consentire la corretta verifica dell'integrità dei dati.
L'auditor è stato sviluppato con un focus sull'integrità digitale, implementando un'innovazione nel calcolo degli hash e apportando al contempo utili funzionalità non presenti nei software esistenti più diffusi.
Installazione del revisore
L'auditor è disponibile all'indirizzo: https://thash.org/auditor Deve essere decompresso in una cartella locale e, affinché sia facilmente accessibile da qualsiasi punto del prompt, è necessario copiarlo in una cartella inclusa nel PATH del sistema operativo, che solitamente è:
-
Su Windows:
%localappdata%\Microsoft\WindowsApps
(puoi incollare questo collegamento direttamente in Esplora risorse di Windows e arriverai lì!),C:\Windows\System32
-
Su Linux:
/usr/local/bin
/usr/bin
,/bin
,/usr/sbin
auditor --help
Se non hai l'autorizzazione per copiare in nessuna cartella nel PATH, puoi utilizzarlo direttamente dalla cartella in cui è stato decompresso. Esempio: se decompresso nella cartella
C:\temp
, digitare:C:\temp\auditor.exe --help
Il revisore implementa due sottocomandi, utilizzati in questo ordine:
-
auditor hash pasta
: Genera file di audit contenenti i dati di integrità dei file presenti nella 'cartella'; -
auditor check pasta
: Utilizza le informazioni dai file di controllo per verificare se i file nella "cartella" sono intatti.
Di seguito ne viene descritto l'utilizzo in dettaglio.